La conquista del web: fumetti dal davanzale e illustrazioni aumentate

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Assalto alla diligenza: questo devono aver pensato i commessi degli Apple Store in questo primo week end di tutto esaurito per l’iPad 2 (in Italia dal 25 marzo). A Rimini si è appena conclusa la mostra-convegno Ebook Lab Italia, spunto di numerose riflessioni e un prezioso punto sulla situazione. Cambiano i supporti, cambiano i linguaggi? E di nuovo, il mezzo è il messaggio? Come muta l’economia, la gestione dei diritti, l’interazione con i lettori?

Quando Google chiese a Scott McLoud di realizzare un webcomic book per illustrare le funzionalità del nuovo browser Chrome (consultabile qui), non scelse a caso: il cartoonist infatti è da sempre un innovatore, un attento studioso del linguaggio disegnato e delle sue evoluzioni. Basta leggere i fondamentali Understanding Comics e soprattutto Reinventing Comics, che esplora le potenzialità degli incroci tra il digitale e il fumetto, dallo sguardo sorprendentemente proiettato in avanti pur risalendo al 2000.

Scott McLoud ha teorizzato il suggestivo teorema della “tela infinita”: lo schermo del computer non è la versione digitale di una tavola a fumetti, ma è più una finestra su un flusso dinamico di immagini su cui il lettore si affaccia in modo attivo. Nel seguente video, potete aggiungere i sottotitoli (funzione cc di Youtube).

httpv://www.youtube.com/watch?v=fXYckRgsdjI

È evidente che la diffusione di supporti di lettura digitali comporta una serie di mutazioni della fruizione e dunque del linguaggio stesso del fumetto. Alla probabile persistenza dell’oggetto-libro si affiancano tutta una serie di strumenti in rapidissima evoluzione, dal mobile, all’iPad, ai vari e-book reader non retroilluminati ormai sviluppati anche a colori. Immediata è la tentazione di aggiungere interattività, extra, suoni e animazioni, e che potrebbero trasformare il fumetto in qualcos’altro, non caratterizzato dalla silenziosa fissità delle immagini, dalla lettura della vignetta come facente parte di una composizione complessiva di una tavola, dalla separazione delle vignette come sequenzialità progettata, significativa: una forma di “librido”, di cui scrive Bartezzaghi in questo divertente articolo su La Repubblica.it.

In Italia esperimenti più o meno riusciti hanno visto la diffusione di blog a fumetti, dal celebre fenomeno di Eriadan a Canemucca, il già citato A Panda Piace o Lele Corvi, fino a contenitori sperimentali di autori come Coreingrapho o Bit Comics, che chiedeva proprio una riflessione disegnata sui temi dell’evoluzione tecnologica. Il web permette ad autori emergenti grandi possibilità di diffusione, aggirando il problema dei costi per un’autopubblicazione stampata. Se da un lato dunque sono messi in discussione i confini tra fumetto e altri linguaggi, dall’altro il web permette un livello di sperimentazione che la carta stampata non rende neanche contemplabile. Ha inoltre una forte componente social, che amplifica e crea inediti canali di distribuzione.

Più che una forma ipertestuale (si veda il fallito tentativo di un prodotto pur di qualità come Armadel), colpisce la ricorrenza di forme del fumetto sul web: la brevità (che ben si adatta ai tempi di fruizione su uno schermo e al livello di attenzione) di strip sempre più spesso verticali, che si leggono con uno scroll del mouse. Da qui il nome di uno dei portali di webcomic più conosciuti, Verticalismi, che ospita “l’istant comic” dal film Il Grinta dei fratelli Coen sottolineando ancora una volta una barriera in meno alla diffusione di qualcosa di assolutamente contingente come un film e di un fumetto ad esso legato.

In Europa e negli Stati Uniti il webcomic è in forte crescita, più nelle previsioni delle case editrici che nelle effettive scelte d’acquisto dei lettori, ma è questione di tempo. La DC Comics (con Comixology) e la Marvel sono sempre più digital-oriented.

Una forza e una caratteristica prima del web-based è anche l’apertura: è recente la decisione di Aquafadas, software house su cui si appoggia la grande casa editrice francese di fumetto digitale AveComics, di rilasciare Comic Composer per l’editing e la produzione di webcomics per device Apple e smartphone.

E poi, le applicazioni, i giochi, gli incroci con altri media: dal primo Sturmtruppen, a Digicomics della Disney, alla tridimensionalità stupefacente di DeepComix, la strada è aperta all’innovazione, tanto che ormai la maggior parte dei festival di fumetto fanno di nome “Comics and Games”. Cambiamenti in vista per traduttori, editori, autori e purtroppo anche pirati informatici.

Non è facile avere le idee chiare sulle direzioni che avranno il fumetto cartaceo e quello digitale, e dei contenuti che saranno più consoni per l’uno o l’altro canale. Il libro-oggetto troverà magari espedienti che lo rendono unico, esperibile anche con altri sensi, come Le ragazze nello studio di Munari di Alessandro Baronciani, un fumetto da toccare perfettamente coerente con la filosofia del maestro di Da cosa nasce cosa. Per altri versi, la lunghezza e la profondità di attenzione che richiede una graphic novel rende difficile la lettura con gli strumenti tecnologici attuali. Certo è che il web permette trucchi da illusionista e magie spettacolari anche grazie alla cosiddetta realtà aumentata. A questo proposito abbiamo scovato Le Sketch e, nell’ambito dell’illustrazione, questo video.

httpv://www.youtube.com/watch?v=wXLwYchMlPA&feature=player_embedded#

La cultura digitale sta cambiando l’esperienza e la cultura, ovvero, come Ninja Marketing cita da Enzo Colombo, “l’insieme di conoscenze, immagini del mondo, credenze, modelli interpretativi, valori, norme, definizioni, sistemi di classificazione, linguaggi, simboli, segni, modelli di comportamento, tradizioni, […] prodotti dell’arte e della tecnica, che in un determinato momento storico orienta, attraverso l’apprendimento diretto o indiretto, l’esperienza e l’agire degli individui che appartengono a una stessa unità sociale.”

Si può solo cercare di intuire le enormi possibilità che aprono queste tecnologie all’applicazione di illustrazione e fumetto in campo pubblicitario, didattico, divulgativo; nella direzione di un’edutainment sempre più coinvolgente, che include una categoria che ci piace: quella dello stupore.

(Grazie, Marco)

 

 

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