Pacific Rim, il fumetto come strumento di marketing cinematografico

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Sta per uscire nelle sale Pacific Rim, il nuovo film di Guillermo del Toro, che promette epici scontri tra “robottoni” e i kaijū, i “mostri giganti”. Il regista messicano non è nuovo al dialogo tra cinema e fumetto: appassionato dei fumetti su Tarzan, suoi sono gli adattamenti da Hellboy e Blade (con Blade II), e Pacific Rim è a sua volta ispirato ai manga (e anime) Neon Genesis Evangelion.

Il lancio del film si arricchisce di una strategia di marketing crossmediale: il video virale BREAKING NEWS_ KAIJU ATTACK (novembre 2012), diversi trailer, poster, e soprattutto il fumetto “Pacific Rim: Tales From Year Zero”. La produzione del fumetto va ad inserirsi in una strategia di storytelling complessa e stratificata, in quanto la storia che vi è narrata compone il prequel al film, utilizzando il medium in modo peculiare.

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Ne parla lo sceneggiatore del film, che è anche sceneggiatore del fumetto, Travis Beacham, su Bleeding Cool:

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“Il film Pacific Rim è così strettamente strutturato e ha un focus su un insieme di caratteri talmente specifico che ho colto l’occasione per esplorare alcuni dettagli un po’ più in profondità. Nel mettere insieme il film volevamo costruire un mondo che avesse consistenza, e ciò significa che si deve immaginare un sacco di roba che non si ha intenzione di utilizzare, che può esistere anche solo come riferimento di passaggio. Ma avendo tutti gli elementi a disposizione per dare spessore alla traiettoria della storia e al suo contesto.

Quando è arrivato il momento di fare un graphic novel è stato deciso che, piuttosto che limitarsi a fare un adattamento del film, sarebbe stato meglio offrire qualcosa di aggiuntivo, qualcosa che desse corpo al mondo del film. Il film è una esperienza completa, non si sente la mancanza di nulla, ma il fumetto aggiunge valore.

All’inizio, la scrittura del graphic novel è stata una vera e propria sfida. Mi sono abituato a scrivere per il grande schermo e se i mezzi sono spesso confrontati, solo perché sono mezzi visivi, come narratore, sono estremamente diversi. Si deve pensare allo spazio in modo diverso, si deve pensare al tempo in modo diverso, si deve pensare alle transizioni in modo diverso. La strutturazione della storia per il graphic novel, soprattutto con il formato episodico che viene utilizzato, mi ha permesso di utilizzare un insieme più grande di character.

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Una delle cose più facili da fare era visualizzare l’astrazione di un character nelle menti collegate dei personaggi. Siamo stati in grado di entrare nella “personalizzazione meccanica”, come ci si sente e a cosa assomiglia, in modo divertente.

Il legame mentale tra i personaggi è di vitale importanza. Senza questa idea il film non esisterebbe. Volevo un film su robot giganti che combattono mostri giganti in cui tutto è grande, ma questa non è una storia, sono temi, e sequenze.

Con due piloti alla guida, ogni Jaeger si sta mettendo letteralmente al centro della macchina e della relazione. La fiducia tra i due personaggi determina l’esito di una battaglia, se la città verrà distrutta intorno a loro. Questo ci ha permesso di colmare la freddezza di queste enormi battaglie in una storia arricchita di  conseguenze umane, con una racconto che, alla fin fine, riguarda le persone. […]

Il fumetto è sia più vasto, sia più intimo. So che questi sono due termini contraddittori, ma mi sono divertito davvero molto esplorando tutti questi personaggi e cercando cosa li rende ciò che sono. Il tema centrale del film e il fumetto, anche se ognuno lo esprime in modo molto diverso, è il legame tra le persone, come si fa fronte alla perdita e al senso di colpa del sopravvissuto. […]

pacific rim comicsNel fumetto si vedono personaggi dalle vite spezzate, che hanno a che fare con cose volutamente irrisolte, quasi ci fossero i puntini di sospensione che conducono al film. La consapevolezza della situazione e delle difficoltà, nel passato del personaggio e nel passato del mondo, porta un contesto più vitale di quello che stai vedendo nel film.

Il film è necessariamente un processo di collaborazione e credo che Pacific Rim sommi moltissime voci diverse. In questo caso i produttori della Legendary Pictures e Guillermo avevano molto rispetto per me, sono stato coinvolto in un modo speciale, niente affatto abituale. Tutti erano molto consapevoli di ciò che affrontava il film, immaginando lo stesso paesaggio tematico. Quando ho visto il prodotto finale ho riconosciuto l’idea che ho avuto nel 2007. E l’anima, è molto simile a come io sono.

Guillermo ha curato il graphic novel e ha fornito note di lavorazione, mi ha offerto molti input nella progettazione, ma anche la libertà di raccontare ciò che volevo.

La cosa di cui sono più orgoglioso è che il graphic novel e il film provengono dallo stesso mondo. Anche se su mezzi molto diversi, sento che, stranamente, il fumetto è parte del film.

Fin dall’inizio eravamo interessati al contesto delle isole del Pacifico. Il film era la massima priorità, e abbiamo voluto fare la versione migliore possibile, ma come un ragazzo che ama le mappe all’inizio dei libri fantasy e i riferimenti oscuri a parti esoteriche, mi sono avvicinato alla creazione del mondo delle isole del Pacifico in modo che potesse esistere in più storie e su più supporti. Se si vede il film o si è letto il graphic novel si otterranno storie complete, ma, in questo mondo, ci sono ancora cose che abbiamo inventato, che io conosco e che Guillermo conosce, ma che per ora abbiamo tenuto per noi, pronti a mostrarli alle persone che vogliano esplorare questo mondo in modo ancora più dettagliato. […]“.

@catebonora

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