Ingroia, Dylan Dog, Thor e i Puffi

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La casa editrice Bonelli ha diffidato Ingroia/Rivoluzione Civile dall’uso dell’immagine di Dylan Dog sui manifesti elettorali. «Sergio Bonelli Editore Spa, proprietaria del nome e dei diritti di utilizzazione del personaggio Dylan Dog dichiara di non essere in alcun modo affiliata o di sostenere, con l’immagine di Dylan Dog o di qualunque altro personaggio della casa editrice, alcuna formazione politica, e diffida dall’utilizzo illecito del nome e dell’immagine delle sue proprietà intellettuali». Dopo Fantastici 5, l’unione di fumetti, cartoon e cattivo gusto è diventata un trend: non solo Dylan Dog, ma una lunga lista di personaggi fanno da testimonial su questi manifesti che hanno fatto notizia.

Esplorando le reazioni della rete e dei media, il sentiment che emerge è nettamente negativo. L’iniziativa è partita in realtà da alcuni sostenitori su una pagina Facebook e non da Ingroia stesso (che prende le distanze anche su Twitter: @Antonioingroia “Ragazzi, facciamo la #rivoluzionecivile ma facciamola anche legale! Il copyright va rispettato. #dylandog”), ma forse chi ha “idee creative” di questo genere dovrebbe prima fermarsi e riflettere sull’opportunità e anche sul tipo di messaggio che si trasmette, al di là di visibilità e viralità fine a se stesse.

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