25 aprile, tratti resistenti

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Foto di Gianfranco Goria – Dipinti murali – Bella Ciao

La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.

Pier Paolo Pasolini

La Resistenza è stata anche chiamata “Secondo Risorgimento”, cosa che dovrebbe far fermare a riflettere, in tempi di celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia e al contempo di tentativi di decostruzione e di svalutazione del 25 aprile e della Costituzione. L’ANPI ha lo sguardo lungo, e da tempo fa campagne di coinvolgimento di giovani iscritti, per un rinnovato concetto di resistenza, e di resilienza. L’indifferenza è la più grande nemica della società civile.

Questo si riflette sia nei manifesti delle campagne di sensibilizzazione, nelle illustrazioni colorate, dinamiche, sia nell’attività di fumettisti di spicco sul sito dell’ANPI nazionale nella Galleria della Satira (Andrea Pagliaro, Fogliazza, Carlo Squillante e Marilena Nardi), sia nei materiali messi a disposizione per le scuole e i giovani.

Il Museo Virtuale dell’Antifascismo e della Resistenza della Provincia di Arezzo ha messo online il fumetto Tra guerra e liberazione (consultabile qui), perché, come ha scritto l’allora presidente della Provincia Ceccarelli, “abbiamo scelto di pubblicare queste cinque storie a fumetti che – nelle nostre intenzioni e proprio per la forma di comunicazione scelta – sono destinate ai più giovani.”

L’interesse di parlare anche ai giovani, coinvolgendoli con un linguaggio non statico, si riflette nell’evoluzione delle immagini riportate dalle tessere ANPI, segno del mutare dei tempi e dell’interesse crescente della trasmissione alle giovani generazioni dei valori e dei concetti di libertà e democrazia: tanto da meritare una mostra itinerante (in questo momento a Macerata), “Memoria e Iconografia. La storia attraverso le tessere dell’Anpi“. Ecco una galleria, parziale, che attraversa i decenni e le estetiche, fino al 2011 un po’ street style:

Durante la guerra venivano affissi dei manifesti, su cui erano disegnati dei partigiani assassinati dai fascisti, su cui era scritto: “Fate che il nostro sacrificio non sa stato vano“. Perché il terrore di chi ha vissuto quegli anni è questo, oggi.

E le pubblicazioni italiane? E soprattutto, l’utilizzo nelle scuole? Non si sprecano. Eppure il fumetto e l’illustrazione sono linguaggi che potrebbero avvicinare un argomento così distante, vicino forse solo attraverso i racconti dei nonni ai nipoti. “Tratti resistenti” è il titolo di una mostra di grande approfondimento, dal 31 marzo al 18 settembre, proprio su questo tema: la comunicazione della storia della Resistenza ai giovani attraverso i comics. Solo che è a Lione.

L’anno scorso a Ravenna studenti delle scuole medie Ricci Muratori hanno prodotto delle tavole a fumetti poi esposte in una mostra: “Abbiamo collaborato molto volentieri alla realizzazione di questo progetto – commenta Elettra Stamboulis, assessore all’Istruzione – perché è in piena sintonia con la nostra convinzione che i ragazzi possano comprendere e assorbire pienamente i valori del 25 aprile solo facendoli propri, traducendoli ed esprimendoli nei linguaggi a loro più congeniali, vicini alle loro sensibilità. E’ questo il percorso che secondo noi deve essere quotidianamente compiuto per far sì che la cosiddetta ‘memoria’ sia qualcosa di vivo e vitale, che aiuta i ragazzi a diventare cittadini del proprio tempo”. (Fonte: Ravenna24ore)

A Torino la mostra Pinotto, Sciuscià e gli altri: la Resistenza nel fumetto al Museo Diffuso della Resistenza ha attraversato la rappresentazione disegnata della lotta per la liberazione, occasione anche per presentare il volume Per la Libertà. La Resistenza nel fumetto (Settegiorni editore, Pistoia, 2009, a cura di Pier Luigi Gaspa e Luciano Niccolai). L’anno prima, a Roma alla Casa della Memoria e della Storia, con Fumetti Partigiani, il curatore Roberto Rabuiti e il Centro Andrea Pazienza aveva messo insieme otto autori per raccontare le scelte di persone comuni, più o meno immaginarie.

A Genova con Tavole di resistenza. Fumetti e scritti sulla lotta di liberazione con la guida di Sergio Badino, a Parma con il laboratorio di Leo Ortolani e Andrea Plazzi: non mancano gli esperimenti di inserire il fumetto, e la rielaborazione dei ragazzi stessi, come materia prima per le scuole.

Ma sono sempre esempi sparsi, non sistematici, di cui quasi ci si vergogna perché si toglie tempo a Fenoglio e a Calvino, quando in realtà proprio affiancare il disegno e il fumetto potrebbe essere un modo per capire meglio testi lontani, che a dir si voglia, dalla sensibilità dei giovani. Molto interessante a proposito di fare nostra la storia, di non allontanarla con la retorica, l’intervista ad Alberto Pagliaro, autore de I figli della schifosa – Una storia partigiana (qui, da Fumetti di Carta).

Come dice Fogliazza, aka Gianluca Foglia su Articolo21, raccontare la Resistenza oggi “significa trasmetterla, non insegnarla. Trasmetterla in modo diverso perché diverso è il linguaggio attuale. Non significa cambiare i contenuti, ma prendere atto che la memoria così com’è comunicata oggi è percepita come una noia da celebrare in fretta. La vita è come un libro, per andare avanti bisogna voltare pagina… ma scrivere quella dopo ha senso solo se si è fatto i conti con quella precedente”.

 

4 Responses

    • Comicom

      26 aprile 2011 10:34

      Davvero impressionante la tua animazione, complimenti… Ieri alle manifestazioni per il 25 aprile c’erano tante persone, di tutte le età. Evviva.

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