Tunisia, Egitto, Libia, V per Vinca la libertà

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V.V.V.V.V. Vi Veri Veniversum Vivus Vici

Col potere della verità, vivendo, conquisterai l’universo.

(V per Vendetta, che citava Faust)

Magdy Al-Shafee, anticipatore delle rivolte attraverso la sua graphic novel (bandita in EgittoMetro, voce in diretta da Piazza Tahrir durante i violenti scontri.

Kianoush Ramezami in asilo politico a Parigi in quanto sostenitore, attraverso il proprio lavoro di cartoonist, del Green Movement iraniano contro la dittatura.

Ali Dilem, incarcerato più volte in Algeria in quanto vignettista scomodo e oggetto di fatwa e di continue minacce di morte da parte dei fondamentalisti.

Questi autori, e molti altri, usano il medium del fumetto per raccontare l’attualità  delle rivoluzioni e ribellioni popolari dal Nord Africa al Medio Oriente, mettendoci la faccia, rischiando la vita, ribellandosi all’oppressione. La difficoltà di svolgere liberamente il proprio lavoro è direttamente proporzionale alla sua importanza sociale, alla sua verosimiglianza, e inversamente alla libertà di espressione.

Colpisce che nei giorni più difficili di Piazza Tahrir al Cairo sia stato distribuito un gran numero di copie della vita di Martin Luther King a fumetti (una pubblicazione del 1958!), in inglese, arabo e farsi (qui il sito di riferimento): un simbolo dei diritti umani e civili che ha dato una svolta epocale agli Stati Uniti e al mondo intero, iniziando la sua lotta praticamente coetaneo alla giovanissima popolazione nordafricana che ha guidato il cambiamento.

A proposito del metterci la faccia: colpisce ancora di più che quello che la CNN ha definito uno dei possibili successori di WikiLeaks, Anonymous, abbia il volto di una delle icone più potenti della storia del fumetto, V per Vendetta.

Il protagonista della disturbante e geniale opera di Alan Moore e David Lloyd, è un vendicatore mascherato e misterioso, che riprende le fattezze di un anarchico del 1600, Guy Fawkes.

V combatte con atti terroristici il potere mediatico e poliziesco di una Londra fascista in un vicino futuro. L’invito alla popolazione è quello di ribellarsi, di svegliarsi dalla paura e dal torpore, e di unirsi in una rivolta anarchica contro il totalitarismo. Molti ricorderanno la scena dell’omonimo film prodotto dai fratelli Wachowsky dove una folla di maschere di V scende in campo.

Anonymous è un’identità condivisa, un multiple-use name. Ha avuto un ruolo chiave nei recenti movimenti di rivolta, ed è un internet meme (fenomeno virale sul web), dai confini oscuri, a metà tra la controinformazione e l’hacktivism (hacking + activism).

Accusato di essere una forma di terrorismo digitale, ha attaccato, tra gli altri, siti governativi (come nel caso di “Operazione Tunisia” oppure “Operazione Egitto”) e ha organizzato manifestazioni e mobilitazioni tramite i social network.

Qui sotto un video messaggio di Anonymous di supporto ai rivoluzionari egiziani: è davvero impressionante quanto sia forte l’influenza dell’immaginario del fumetto V per Vendetta.

httpv://www.youtube.com/watch?v=PfWbe-mxMAQ&feature=related

Che internet sia stato in Tunisia, in Algeria, in Libia (e in Iran, e sempre più, ovunque) uno dei canali di comunicazione più adatti per la libertà di espressione e di organizzazione, il mezzo meno controllabile, il più diffuso, è un dato appurato da tempo. Anche dai dittatori in fuga, che pur di tentare di contrastare la potenza della rete hanno provato l’escamotage del blackout.

Cinque giorni di interruzione di internet sono costati all’Egitto 90 milioni di dollari (dati Ocse, fonte Internazionale n.855 del 18 febbraio 2011), e sono venti milioni gli egiziani connessi (55 milioni quelli con un cellulare). Tutto inutile, Twitter è stato più forte di Mubarak. Con la loro struttura aperta, i social network sono adattabili, flessibili, diffusi, di massa.

Scrive Manuel Castells su Internazionale (n.883, p.31, “I gelsomini tunisini viaggiano in rete”): “Al Jazeera ha raccolto le informazioni diffuse su internet dai cittadini usandole come fonti e ha organizzato dei gruppi su Facebook, ritrasmettendo poi gratuitamente le notizie sui cellulari. Così è nato un nuovo sistema di comunicazione di massa costruito come un mix interattivo tra tv, internet, radio e sistemi di comunicazione mobile. La comunicazione del futuro è già usata nelle rivoluzioni del presente.”

Fumettisti/blogger come icone e martiri alla Martin Luther King o Anonymous/V? Metterci o non metterci la faccia? Comunque, che sia V per Vinca la Libertà.

A proposito dell’irreversibile cambiamento di internet, di 3.0, di Libia-Italia e di ricostruzioni disegnate, ecco nella nuova puntata di Annozero, “WikiLeaks a fumetti” con le illustrazioni di Fabio Magnasciutti (metodologia già usata in Ruby a fumetti“, di cui abbiamo parlato qui).

httpv://www.youtube.com/watch?v=IJjPr4hm7hM

 

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