Il 7 aprile è la Giornata Mondiale della Salute – La prevenzione, a fumetti

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“Il fumetto è uno strumento particolarmente efficace per trasmettere in modo chiaro messaggi utili per la prevenzione.” Parola di Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma, che con la Scuola di Comix ha ideato Le avventure di Neo.

La storia è noir, tra le dimensioni parallele: la vita reale di Federica, a cui è stato diagnosticato un melanoma, e quello che avviene nel suo corpo, Derma City, dove l’investigatore T cerca di bloccare  il misterioso Melanì.

Il fumetto, distribuito ad aprile nelle scuole medie e superiori campane, è un canale privilegiato per raggiungere i ragazzi, che spesso sottovalutano i messaggi sulla prevenzione.

Spesso il diritto alla salute si traduce in diritto alla prevenzione, e ancor prima alla giusta informazione. La cosa è più scottante di quanto non sembri, visto il fumetto di Lupo Alberto per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili di cui abbiamo già parlato qui.

Il linguaggio dei comics rientra appieno nel discorso della “giusta informazione”, anche in quanto tale: soprattutto per comunicare con i giovani, in modo diretto e pensato.

Sulle malattie della pelle per una sbagliata esposizione al sole era già stato pubblicato Super Ado, un amico per la pelle, mirato sui più piccoli. L’opuscolo è stato distribuito gratuitamente sulle spiagge, ed è stato ideato dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) e dall’Associazione dermatologi ospedalieri italiani (Adoi).

Ma non solo giovani: il fumetto stempera e si appella al lettore in modo unico, basti pensare ai fumetti di Oliviero su Ok-Salute o alle vignette Disney firmate Andrea Freccero per prevenire i reumatismi sempre sulla stessa rivista (testimonial: un acciaccato Zio Paperone, una Nonna Papera un po’ irrigidita, con la complicità di Qui Quo Qua, perché anche i nipoti hanno un ruolo importante).

Rivolgersi direttamente al potenziale malato, perché non diventi tale, è qualcosa che i comics possiedono nella propria natura. Forse la strategia di comunicazione opposta è quella delle foto shock: con una fotografia (che quindi rilascia immediatamente un’impressione di aderenza alla realtà) cerco di inserirmi in meccanismi di avvertimento basati sulla paura e su una rinnovata consapevolezza.

Il fumetto o la strip invece cercano un dialogo maggiormente mediato dallo stile del disegnatore. Cercano di far arrivare il messaggio a chi non si può raggiungere con fotografie disturbanti (i minori) o comunque attraverso un’elaborazione più complessa (uno sviluppo narrativo, il dialogo con il lettore, l’ironia… ).

Un caso eclatante di questa capacità, con una sua delicatezza e una sua efficacia, è la campagna di comunicazione per la prevenzione dei suicidi, soprattutto tra i giovani, della Substance Abuse & Mental Health Services Administration (USA) in collaborazione con la Marvel.

In questo caso è un simbolo culturale come Captain America a scendere in campo in A Little Help (2011, lo potete leggere qui online)

Sono solo alcuni esempi in un mare di iniziative e di pubblicazioni più o meno celebri (come Droga Out, Dylan Dog contro la dipendenza, Bobo contro il tabagismo. Approfondiremo… ).

 

 

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