Fortunato quel popolo che non ha bisogno di eroi

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Breve Storia del fumetto – Il Fumetto negli Stati Uniti 3° parte

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L’avvento del comic book

Negli anni Trenta con il comic book, una sorta di brochure di una trentina di pagine formato A4, il fumetto comincia ad emanciparsi dal mezzo giornalistico.

Dopo un iniziale rifiuto degli editori, nel 1938 appare, sulle pagine di Action Comics, Superman, di Jerry Siegel e Joe Shuster. È un successo grande ed inaspettato, legato alle caratteristiche del personaggio in relazione al momento storico, mentre venti di guerra soffiano dall’Europa. Sull’onda del successo, l’anno seguente vede la luce The Batman, di Bill Finger e Bob Kane, pubblicato su Detective Comics, edito dalla stessa casa editrice la National, presto ribattezzata DC.

È l’inizio di quella che è considerata l’età dell’oro dei fumetti di supereroi.

Accanto alla produzione DC, troviamo la casa editrice Timely, più tardi Marvel Comics; è del 1941 il personaggio che ne determina il successo, Captain America di Joe Simon e Jack Kirby. Barbieri lo definisce “il primo supereroe di guerra” (1), per via dei riferimenti diretti al pericolo tedesco e al nazismo. Questo nuovo approccio tematico, unito ad una qualità grafica superiore alla media, ne determina il successo immediato.

Troviamo una qualità grafica paragonabile a quella di Captain America solo in un fumetto di diverso genere, The Spirit di Will Eisner. Ma Eisner è un caso a parte: nelle sue storie, sempre portate al limite del grottesco attraverso l’uso sistematico della caricatura, i personaggi sono ben definiti psicologicamente e la narrazione si intreccia con storie collaterali e capovolgimenti del punto di vista (2). Insomma Eisner è un anticipatore dei tempi, The Spirit influenzerà molto tutte le successive generazioni di autori.

(di Marco De Giorgio)

(1) Daniele Barbieri, Breve storia della letteratura a fumetti, op. cit. p. 35

(2) Ivi, p. 36

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