Un Little Nemo al giorno…

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Breve storia del fumetto – Il fumetto negli Stati Uniti 2° parte

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Tavola domenicale, daily strip, sistema dei generi

Tutti i primi autori provengono, come nel caso di Outcault, dall’esperienza del cartoon, la vignetta singola con didascalia di stampo satirico-umoristico molto comune sui quotidiani.

Ciò determina i tratti stilistici e formali predominanti nel fumetto nei primi anni, elementi che Restaino riassume nell’aggettivo “caricaturale”. Ad esempio, anche i Katzenjammer Kids (Bibì e Bibò sul Corriere dei Piccoli), di Rudolph Dirks, hanno fattezze e movimenti in stile cartoon, lo stile realistico-fotografico comparirà soltanto all’inizio degli anni Trenta (1).

Nell’ambito delle tavole domenicali a colori, due autori, che forse non hanno avuto la fortuna che meritavano, si distinguono per lo stile ed i temi, con un fumetto di genere fantastico: Winsor McCay e Lyonel Feininger. Il primo è il creatore di Little Nemo in Slumberland, pubblicato sulle pagine del New York Herald nel 1905.

Meno caricaturale degli altri disegnatori, non rispetta la griglia delle dodici vignette che era diventata un po’ la regola, le sue storie non si autoconcludono, sono le prime a continuare da una settimana all’altra. “Con McCay il fumetto non è più soltanto un modo di raccontare per immagini, bensì un modo di comunicare per immagini.”(2)

Lyonel Feininger, più noto come pittore che come creatore di fumetti, lascia però un’impronta indelebile con due serie del 1906: The Kinder-Kids e Wee Willie Winkie’s World. Le tavole di Feininger hanno una forte resa visiva, il suo stile è fatto di un uso sistematico della deformazione caricaturale che prelude al cubismo (3).

Nei primi venti anni circa della sua storia il linguaggio del fumetto si evolve secondo convenzioni e modalità narrative proprie, il primo decennio è dominato dalle tavole domenicali a colori con tema principale quello dei bambini. Sono gli anni nei quali la storia del fumetto si intreccia a quella della rivalità tra i due magnati della stampa Pulitzer e Hearst, nel primo scontro per The Yellow Kid Hearst compra l’autore ma non il titolo che rimane a Pulitzer. Non esistevano ancora i Syndacate per i fumetti, le agenzie che fornivano ai quotidiani, soprattutto a quelli minori di provincia, materiale preconfezionato.

Il secondo decennio è molto importante in quanto maturano importanti cambiamenti nella distribuzione e nell’organizzazione del lavoro degli autori. Hearst, in possesso dei fumetti e degli autori più popolari del periodo, costituisce il primo Syndacate, con il quale avrebbe prodotto e distribuito i fumetti di sua proprietà, il King Feature.

Nascono altri Syndacate che entrano in concorrenza tra loro, quello del colonnello Patterson dal 1920 si sarebbe contrapposto a quello di Hearst contribuendo a una importante svolta. Alla pagina domenicale sul modello di The Yellow Kid si aggiunge la striscia quotidiana in bianco e nero, la prima risale al 1907, è Mutt & Jeff di Bud Fisher, primo autore tra l’altro a registrare il copyright a suo nome.

È un passaggio chiave in quanto la frequenza quotidiana dona ai personaggi concretezza e affeziona i lettori, un pubblico ormai più adulto. Matt e Jeff sono due americani medi in cui il lettore può identificarsi, così come i personaggi della striscia Bringing Up Father (Arcibaldo e Petronilla sul Corriere dei Piccoli), creata da Geo McManus nel 1913, sono una famiglia di operai irlandesi che si sono arricchiti per un colpo di fortuna.

L’altro importante autore di questi anni è George Herriman. È considerato uno dei grandi autori del fumetto, non per una particolare capacità grafica, ma per la sua capacità di costruire, nel suo Krazy Kat, un piccolo mondo surreale e complesso, una serie che sarà capace di influenzare il fumetto degli ultimi decenni del Novecento.

Si afferma, in questi anni, la tendenza a collegare narrativamente i singoli episodi, i temi sono diversi rispetto al passato, ed anche stilisticamente la caricatura comincia a cedere il passo a un maggiore realismo. La vocazione originaria del fumetto, ovvero quella umoristica e fantastica, lascia così spazio ad altri generi.

Dal 1929 si inaugura una fase più matura, in quell’anno compaiono infatti due nuove produzioni: la prima, che dà origine al fumetto di fantascienza è Buck Rogers, di Phil Nowlan e di Dick Calkins, la seconda è quella che inaugura il fumetto d’avventura, Tarzan, realizzata da Harold Foster.

Il genere poliziesco arriva poco dopo, nel 1931, con Dick Tracy, il poliziotto “mascelluto” di Chester Gould. Come avviene nello stesso periodo per il cinema, si costituisce così il sistema dei generi, ogni Syndacate allarga la propria produzione cercando di coprirli tutti, ed ogni quotidiano cerca di pubblicare i fumetti più popolari, in quanto ciò faceva aumentare le vendite. Si moltiplicano così le serie, da Phantom (1936) di Lee Falk e Ray Moore, a Flash Gordon (1934) di Alex Raymond, da Mandrake (1934) di Lee Falk e Phil Davis, a Terry e i pirati (1934) di Milton Càniff.

Quest’ultimo è probabilmente il fumettista più influente del periodo, in quanto il suo modo di narrare, ispirato al linguaggio cinematografico, diventa un modello per il fumetto di avventura. Insieme al collega e amico Noel Sickels, che lavora con lui a Terry e i pirati, elabora una tecnica grafica che rende al meglio il movimento, un gioco di linee sottili e aree nere, e utilizza variazioni di inquadrature tipiche della macchina da presa, dando una lezione di come si costruisce il ritmo della narrazione. (4)

Non a caso Umberto Eco, in Apocalittici e integrati (5), utilizza la prima puntata di Steve Canyon, personaggio cui Caniff dà vita nel 1947, come lettura esemplare per la successiva analisi linguistica del medium del fumetto.

(di Marco De Giorgio)

(1) Franco Restaino, Storia del fumetto – da Yellow Kid ai manga, Torino, UTET Libreria, 2004, p. 28

(2) Daniele Barbieri, Breve storia della letteratura a fumetti, Roma, Carocci editore, 2009, p. 17

(3) Ibidem

(4) Ivi, pp. 29-31

(5) Umberto Eco, Apocalittici e integrati, Milano, Bompiani, 1964

 

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