Il Bonvi Parken a Modena – Comicom intervista Roberto Alperoli

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“Parto da una domanda che non c’è. L’origine di tutto è cosa dev’essere una città”, così esordisce l’Assessore alla Cultura del Comune di Modena davanti alla sfilza di domande in cui gli chiediamo chiarimenti e spunti sull’iniziativa del nuovo Bonvi Parken. L’area verde cambia nome, abbandonando quello di Amendola Nord (e Amendola resterà, nella parte sud divisa dall’omonimo viale).

La scelta, in seguito al settantesimo compleanno del genio Bonvi, è coerente con la direzione intrapresa dall’assessorato. La Notte dei Musei ha appena riempito come non mai i luoghi della cultura modenese e non solo, così tanta gente per le strade non si era mai vista. Una direzione che vuole connettere la cultura cosiddetta alta e bassa, partendo dalle persone e da un approccio popolare, informale, che rivendica qualità e considerazione.

“Parlo della distorsione della comunicazione della parola cultura. Ad esempio, per la maggioranza dei ragazzi più giovani la parola cultura e la parola divertimento non stanno insieme: anzi sono due poli totalmente opposti. Questo è straordinariamente negativo. Se la cultura viene vista esclusivamente come fatica e come durezza, è evidente che la consegniamo ad un ristretto numero di individui, a una fascia assolutamente esigua. L’Italia è il Paese che investe meno in cultura in Europa, lo 0,21% del PIL, mentre gli altri paesi investono a partire da una somma dieci volte superiore.”

Non credo che esista una cultura di serie A e una cultura di serie B, credo che ci siano cose fatte bene e cose fatte male, cose fatte con passione e precisione e cose fatte con sciatteria, superficialità e improvvisazione. Questa differenza è basilare. La cultura ha come obiettivo fondamentale quello di costruire la vita pubblica, di educare, di creare continuamente le occasioni di un dialogo, di un confronto tra le persone. Aumenta la conoscenza, la riflessione, la consapevolezza anche di se stessi, e aggiungerei anche il rispetto e la gentilezza.”

Dobbiamo ampliare il nostro sguardo su ciò che intendiamo per cultura, provando a costruire su tutto quello che ha condizionato, che ha influenzato, che ha avuto un ruolo, un peso, un’importanza nella vita degli individui e nella vita collettiva. Dobbiamo valorizzarlo, metterlo in relazione, farlo interagire con la città. Dobbiamo far attraversare la città dalla cultura contemporanea. Altrimenti la città è qualcosa che non c’entra con la cultura contemporanea e quando va bene c’entra solo con la cultura di potere, di status, accademica o snobistica.”

L’idea è di costruire una toponomastica degli affetti, una geografia dei sentimenti, che tenga presente delle figure o dei linguaggi che sono stati molto importanti e lo sono anche adesso. È decisivo costruire dei luoghi che rappresentino dei sentimenti identitari per l’intera città. Questa cosa l’ho sperimentata dal Parco John Lennon a Castelnuovo in poi, fino a Piazzetta 29 settembre: non c’era traccia fisica a Modena di un movimento che ha cambiato l’Italia negli ultimi quaranta quarantacinque anni e che ha visto Modena capitale del beat. L’importante è utilizzare la storia, e lì c’era la Storia.”

Bonvi e il fumetto procedono sulla stessa identica linea. Modena tra gli anni 60′ e gli anni ’90 è stata una delle città più importanti per il fumetto, da Paul Campani, a Guido De Maria, Bonvi, Silver, Clod, Bonfatti, fino a Comix che è stata l’ultima rivista importante di fumetti che ci sia stata in Italia. Si tratta di recuperare una storia importante, che ha segnato l’identità di una città, e di proiettarla nel futuro. Non è un’operazione archivistica o mortuaria. È una storia viva, che dà grande attenzione anche ai ragazzi più giovani. Queste cose funzionano se tieni insieme le generazioni. È sempre molto forte per un giovane sentirsi immerso in una storia, in una corrente, è come se tu avessi una potenza superiore, hai qualcosa alle spalle che ti sospinge, che dà più senso.”

“Con Bonvi le ragioni sono queste. È opportuno lasciare un segno di questa storia e dare un senso alle persone più giovani che continuano a disegnare o ad occuparsi di disegno anche in modi diversi, legati anche alla dimensione grafica su altri supporti. Bonvi è nato a Modena, ci ha vissuto, a Modena se lo ricordano ancora in tanti, è stato considerato per più anni il migliore disegnatore europeo, e in Italia non c’è niente dedicato a lui… Bonvi è una di quelle figure che sono uscite dall’ambito dell’immaginario del fumetto, tutti l’hanno conosciuto e in particolare le Sturmtruppen hanno segnato l’immaginario di più generazioni. È stata indiscutibilmente una rockstar del fumetto, un personaggio geniale, beffardo, malinconico, con un’aura mitologica.”

“Se riusciremo faremo l’anno prossimo una grande mostra su Bonvi, ma per me sono molto più importanti le operazioni che segnano in permanenza il territorio. Insieme all’Assessore all’Ambiente Simona Arletti e al suo ufficio abbiamo cercato un luogo adatto, non marginale ma non il parco più grande della città. Per quel parco, che si chiamerà non Parco Bonvi ma Bonvi Parken, una genialata di Guido De Maria, sono coinvolti i fumettisti modenesi, come Clod e Bonfatti, con la collaborazione di Cristina Stefani del Museo Civico d’Arte, di Stefano Bulgarelli e della figlia di Bonvi, Sofia Bonvicini, giovane architetto che ha progettato la struttura del parco e le installazioni che lo decoreranno. Un progetto di una bellezza assoluta, molto oltre le aspettative. Al Bonvi Parken gli elementi sono declinati anche in base alla destinazione d’uso (il laghetto, l’arena, in cui si può prevedere di fare delle proiezioni, ecc).”

“Con l’agenzia Chiaroscuro, che detiene i diritti delle opere, abbiamo pensato ad un museo all’aperto del fumetto, anno dopo anno incrementando di immagini e di autori, occasioni di incontro, presentazioni. Diventerà un luogo vivo, con una forte impronta.”

Abbiamo scelto la data di inaugurazione, il 26 giugno, in base alla disponibilità di Francesco Guccini. Tutti potevano mancare, tranne lui: era molto amico di Bonvi, hanno realizzato molti lavori insieme, come Storie dello spazio profondo. Guccini gli ha dedicato la canzone Lettera, in memoria. Quel giorno dovrebbe venire un po’ tutto il mondo del fumetto nazionale, dovrebbe venire anche Teo Teocoli, che ha partecipato nel film tratto dalle Sturmtruppen, Vincenzo Mollica, ci sarà una dichiarazione di Vasco Rossi, Valerio Massimo Manfredi, sarà una gran festa.”

L’ambizione è quella di lasciare una traccia permanente nel territorio, di dare continuità e spazio al tema con mostre, e dare visibilità, valore e senso a corsi e ai laboratori di fumetto. Io vorrei che questo gruppo di persone lavorasse su questo tema nei prossimi anni, che ci sia qualcosa di riconoscibile che è partito dal Parken.”

“È un’operazione che guarda al futuro, che parla di un autore le cui opere hanno molto, moltissimo da dire, con una dimensione geniale ieri come oggi.”

Non a caso le Sturmtruppen sono una delle applicazioni di maggior successo per IPhone e IPad.

Dare nome ad un parco è un forte atto pubblico e simbolico, uno spazio condviso che acquisisce una nuova cornice di senso, e di bellezza. Il mondo del fumetto entra nella sfera pubblica per la porta principale, ed era ora. Per un anti-monumento come Bonvi, sarà una festa anticonformista che speriamo duri il più a lungo possibile. Come diceva Nick Carter, altro geniale personaggio nato dalla matita del grande fumettista, “tutto è bene quel che finisce bene”. Ci auguriamo che sia non una bella fine, ma un bell’inizio.

“E l’ultimo chiuda la porta”.

 

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