Comicom intervista Antonella Battilani: la forza dell’insegnamento e dell’illustrazione

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antonellaAntonella Battilani è illustratrice, grafica e insegnante presso l’Istituto d’arte modenese A. Venturi. Le sue immagini colorate e il suo tratto morbido e riconoscibile, “vestono” numerose manifestazioni e progetti del territorio. Le abbiamo fatto alcune domande, per farci raccontare questo incrocio tutto particolare tra educazione e segno grafico.

Cosa significa per te lavorare con il Venturi? Come si è sviluppato il lavoro negli anni, tra illustrazione e insegnamento, anche nel rapporto con i ragazzi?


Ho sempre considerato il lavoro di docente e di illustratrice e grafica come strettamente interdipendenti: i due campi si sono sempre alimentati a vicenda e non potrei rinunciare né all’uno né all’altro, anche se entrambi sono caratterizzati da una complessità crescente. In entrambi i casi l’esperienza, gli stimoli offerti dalle personalità dei ragazzi e le difficoltà proposte da nuovi lavori riescono sempre a farmi superare gli inevitabili momenti di stanchezza. Ritengo fondamentale che chi insegna discipline creative e progettuali abbia anche una esperienza professionale e si misuri costantemente con il mondo reale; i ragazzi lo avvertono e questo mi consente di ‘cacciarli’ dentro vere avventure, fuori dalla gabbia scolastica.

C’è un progetto a cui sei particolarmente affezionata?

cammina camminaCe ne sono molti, abbiamo realizzato negli ultimi anni un progetto Comenius sul tema della città che cambia e gli studenti hanno prodotto opere mature e articolate (visibili sul sito Lavillequichange.org); dallo scorso anno ho lanciato un concorso fotografico interno alla scuola, supportato da Fondazione Fotografia e dedicato a un mio ex studente scomparso tragicamente: i ragazzi partecipano con grande generosità, mettendosi in gioco fino in fondo. L’ultimo progetto riguarda il tema delle fiabe e la mostra “Cammina, cammina. Fiabe d’Europa in figurina” proposta dal Museo della Figurina, aperta fino a luglio 2013: qui ho un conflitto d’interessi ‘virtuoso’ visto che curo l’immagine del Museo fin dalla sua inaugurazione e, quando mi si presenta l’opportunità coinvolgo gli studenti, ovviamente con la complicità di Paola Basile e Thelma Gramolelli, curatrici del Museo.

fiaba antonella battilani

Questa volta la ricerca degli studenti, condotta in particolare da Giorgia Mangieri, si è sviluppata a partire da ‘quel che resta’: quel che resta nella memoria dell’imamginario fiabesco, quel che resta dell’io bambino, quel che resta per non smarrire la strada è servito per attraversare boschi simbolici e misteriosi e mettere ‘in figura’ le emozioni emerse dal proprio mondo interiore.

Gli allestimenti propongono piccoli mondi nascosti dentro una torre di cassette – veri e propri depositi della nostra memoria – dove alcuni momenti ‘fatali’ delle varie fiabe sono congelati come tanti fermo-immagine; allora ecco apparire rospi, corone d’oro, casine stregate, pentolini che fanno pappe dolci, mele rosse e teste mozze, pozioni magiche, foreste stregate.

fiaba2 antonella battilaniUn viaggio narrativo e contemporaneamente un percorso emotivo che, dagli strati più profondi della torre, evoca la paura, la gioia, il coraggio e ci conduce via via verso l’alto, dove tutto è illuminato dalla Speranza che le fiabe ci raccontano nel loro finale. Là tutto è possibile e tutto si rigenera, in una narrazione continua e immutabile nel tempo. Le torri di cassette possiedono anche una sorta di ‘pelle’ tecnologica: qua e là si potranno scovare codici QR, attraverso cui scaricare una serie di fiabe lette da Donatella Allegro, Michele Dell’Utri, Simone Tangolo, attori de Il Ratto d’Europa.

Un’altra studentessa, Linda Colella, ha messo in scena una Bella addormentata immersa in un sonno mortale, persa in un tempo indefinibile che cancella sguardi e cose, dal cui profondo emergono voci, sussurri e canzoni interpretate dalla stessa autrice, (anche in questo caso scaricabili attraverso un codice QR), mentre Federico Bellavita e Gianluca Di Giacomo giocano con l’immagine di mostra inventando libri da cui spuntano lupi spaventosi o dove Hansel e Gretel si perdono in un bosco di parole. Il progetto ha visto la partecipazione di altri studenti, Gabriella Pilato, Chiara Lambertini, Mattia Guareschi, Loris Fraulini e Valentina Mangieri nella produzione di un cortometraggio che propone una rilettura ironica e contemporanea di Biancaneve, e nella rielaborazioni di fiabe mediante altri percorsi visuali e di video animazioni che saranno proposti nel corso della mostra.

Cosa significa coinvolgere i ragazzi in progetti ‘reali’ di grafica e comunicazione?


Significa far capire tutta la complessità del mondo reale, responsabilizzarli e renderli autori del proprio percorso. Significa anche realizzare una didattica fortemente individualizzata che riesca a valorizzare i talenti e le predisposizioni degli studenti, innescando un laboratorio che mette in gioco anche il rapporto studente-docente uscendo dai ruoli classici: considero il docente una sorta di ‘regista’, un’interfaccia fra la scuola e l’esterno.

Cosa direbbe a un ragazzo che vuole diventare illustratore e trasformare una passione in un lavoro? 


mercante2012

Gli direi di coltivare la cocciutaggine: se l’obiettivo è quello occorre lavorare moltissimo e perseguirlo con tutti i mezzi, non aver paura di far vedere il proprio lavoro e di essere giudicati, imparare a presentarsi, essere umili. E anche il lavoro dentro se stessi è importante, bisogna avere qualcosa da dire, avere un’urgenza espressiva, non è nemmeno una questione tecnica, anche se bisogna poi possedere capacità tecniche per potersi esprimere.

Anche nel tuo lavoro di grafica la componente legata all’immagine disegnata è fortissima… vuoi raccontarci come lavori?


Ho la fortuna di lavorare sia per il Museo della Figurina, che è come il deposito dei dollari per Paperone, è una miniera solo in parte esplorata e ogni tipo di mostra mi dà la possibilità di trattare i materiali come se fossero parti di una mia illustrazione. È molto divertente.

sofistaInoltre lavoro per ERT curando le immagini dei Teatri gestiti dell’Emilia Romagna. Anche qui ho parecchia libertà espressiva e il tema del teatro è creativo per definizione. Poi per il Comune di Modena realizzo i manifesti per Mercantingioco, una bellissima manifestazione che coinvolge bambini e ragazzi che vendono e scambiano vecchi giochi a prezza stracciatissimi: qui il testimonial è un gattone con le ali, la coda e le cornina da diavolaccio. Ogni anno si trasforma un po’ perché a farlo sempre uguale mi annoio, è nato così perché il dio Hermes, il dio alato, è il protettore dei mercanti e si sa che i mercanti sono sempre un po’ imbroglioni, un po’ diavoleschi. Insomma per farla in breve, per lavorare bisogna divertirsi!

Che rapporto ha con il mondo del fumetto?


gipiDiciamo fumetto e graphic novel. Autori preferiti, in ordine sparso, e me ne dimenticherò molti: Hugo Pratt, Moebius, Thomas Ott, Jorge Gonzales, Elodie Durand, Lorenzo Mattotti, Gipi, Shaun Tan, Marino Neri, Zerocalcare… va beh, forse avete capito il genere…

Che potenzialità ha l’illustrazione come strumento comunicativo ed espressivo?

Ha potenzialità altissime, soprattutto in un momento stimolante come quello attuale per ciò che riguarda l’eterna questione del rapporto parola/immagine che, con le nuove tecnologie e il flusso informativo attuale, devono accettare nuove sfide, oltre la carta stampata. Poi, allargandoci io considero il mondo dell’animazione come il massimo grado delle potenzialità espressive legate all’immagine. Anzi credo che da grande farò un cartone animato disegnato a mano.

volpe antonella battilani

Se dovesse descriverne il linguaggio e come lei lo utilizza…

Domanda troppo difficile. Guardate le figure… Posso dire che ho scoperto il colore molto lentamente, ho disegnato in bianco e nero per molti anni, poi ho scoperto che con i gessetti mi veniva molto facile realizzare le immagini che avevo in testa. Mi piace lavorare per i bambini perché arrivano sempre al cuore di quello che si vuole comunicare. Il libro che ho fatto sul terremoto (Cosa c’è sotto?) mi ha dato parecchie soddisfazioni in questo senso, le immagini arrivano in un modo semplice e diretto, alcune sono anche ‘disegnate ‘male: In questo Gipi ha profondamente ragione, bisogna liberarsi di una tecnica invadente e disegnare un po’ storto.

Vuoi dirci qualcosa sulla situazione della scuola in questo momento?


bau antonella battilaniLa scuola sta vivendo un momento di profondo disagio, è perfino imbarazzante dire che ogni governo che si è avvicendato non ha fatto altro che affrontare piccoli pezzi del problema senza avere un quadro generale di sistema. Da molti decenni ogni ministro sembra aver fatto il possibile per peggiorare le condizioni di lavoro, complicarle inutilmente; lavoriamo con stipendi vergognosi, non certo paragonabili a quelli dei docenti di altri paesi. Beh, parliamo d’altro!

Progetti futuri?

Si, sopravvivere. Ogni tanto devo dire che mi vengono momenti di sconforto, ma bisogna resistere. I progetti a scuola si moltiplicano ogni anno, non riesco a trattenermi, anche se ho classi con personaggi borderline, riesco sempre a complicarmi la vita. Il progetto vero è andarmene in giro con la Lola, la mia bassotta, senza far niente, ma per ora non ci riesco tanto.

 

4 Responses

    • Comicom

      15 marzo 2013 14:31

      Grazie a te Antonella! È stata una una bellissima intervista, densa di contenuti e di passione! E per la qualità delle immagini… beh il merito non è certo nostro!! 😉 A presto!

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  1. Elsa

    14 marzo 2013 18:10

    Sei sempre una persona-artista straordinaria! … e queste opere ben Ti rappresentano.
    Strafelice di averTi come amica.

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    • Comicom

      15 marzo 2013 14:34

      Ciao Elsa, inoltriamo il tuo apprezzamento ad Antonella. Grazie per la partecipazione e buone letture!

      Rispondi

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