Se l’arte potesse parlare… lo farebbe a fumetti!

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Valerio Spinaci è un avvocato: e ci racconta, “come avvocato, il mio lavoro consiste nel dare una voce a chi non ce l’ha”. Partendo dal paradosso “Se l’arte potesse parlare”, Valerio ha lanciato un progetto in italiano e in inglese per la divulgazione della storia dell’arte, con risultati esilaranti: attraverso il semplice e geniale escamotage di inserire dei fumetti nei capolavori dell’arte classica e moderna, con battute che ricontestualizzano completamente il significato dell’immagine, dissacrandola.

Il pubblico oggi rischia di perdere la connessione con un ricchissimo patrimonio culturale e artistico, che viaggia ad un ritmo completamente diverso rispetto alla capillarità, alla velocità (e alla superficialità) di social network come Facebook, Youtube, Instagram e Twitter. Il ponte che getta “If Art Could Talk” è fatto di umorismo. Il progetto è stato lanciato anche su Kickstarter per la produzione di diversi gadget e il crowdsourcing di contenuti (chiunque può caricare la propria immagine con un fumetto proprio).

Perché la divulgazione dell’arte, forse, può anche non prendersi troppo sul serio!

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Un meccanismo dissacrante simile (ma in sequenza) era stato messo in atto dal museo del fumetto MUF, con una finalità completamente diversa, ovvero pubblicizzare il museo stesso (con lo slogan “Comics are art. Just funnier”) – JWT.

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@catebonora

 

 

 

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