Mafalda dice BASTA!

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mafalda no cover

Ma perché con tanti mondi più evoluti, IO sono dovuta proprio nascere in QUESTO?” È questo il tipo di domande che si pone Mafalda, la bambina ribelle e indignata disegnata da Quino, al secolo Joaquín Salvador Lavado Tejón. Nonostante i suoi sei anni, la piccola contestatrice dai capelli neri, ha uno sguardo acuto ed inquisitorio sul mondo e sulla vita e alterna i pensieri sulla merenda e sui giochi a quelli sulle guerre, sulla fame e sul razzismo. Così come ogni bambino curioso, Mafalda non smette mai di porre domande a se stessa e soprattutto agli adulti, i quali spesso non riescono a trovare una risposta adatta alle sue disarmanti osservazioni.   risposte a mafalda   Mafalda è calata nella sua epoca e analizza con senso critico e con umorismo la realtà politica e sociale dell’Argentina e del mondo degli anni Sessanta e Settanta. I suoi pomeriggi sono fatti di giornali, di radio, di televisione e di notizie reali che vanno dal conflitto in Vietnam, alla guerra Fredda. Mondo e pianta Oltre al forte dissenso politico tangibile in ogni vignetta, Quino porta avanti attraverso gli occhi innocenti e puri della bambina una critica al mondo degli adulti, sommersi dalle difficoltà della vita e dalla grigia quotidianità fatta di bollette da pagare, piatti da lavare e piante da annaffiare.   La polemica di Mafalda non è mai fine a se stessa; essa è sempre costruttiva e finalizzata a mostrare che il conformismo non è l’unica via possibile. Dietro ad ogni vignetta si nasconde un insegnamento estremamente utile per tutti noi, che spesso ci lasciamo travolgere senza reagire dalla vita di ogni giorno, che contestiamo senza proporre, che attendiamo il divenire dei fatti o dei giorni.   Negli anni Mafalda è stata impegnata politicamente ed è la protagonista di vari eventi e campagne pubblicitarie. Il suo primo ruolo nel campo della pubblicità lo svolge ancora prima di diventare un fumetto famoso a livello mondiale; Mafalda nasce infatti per promuovere una linea di elettrodomestici in una campagna pubblicitaria sul quotidiano argentino Clarìn.

consigli scolastici

 

Con il maturare del personaggio, diventa sempre più importante e significativo il suo ruolo di testimonial: nel 1986 la ritroviamo nella campagna spagnola sulle prime elezioni dei consigli scolastici e due anni dopo diventa la protagonista di un manifesto che celebra la giornata universale dei diritti umani.

mafalda bindiIn Italia il volto della piccola bambina viene usato nel 1988 in un manifesto sull’ecologia e nel 2009 sul quotidiano La Repubblica come critica alle dichiarazioni dell’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi. La sagace bambina si schiera contro il maschilismo e la sottomissione della donna riprendendo la frase pronunciata da Rosy Bindi “Non sono una donna a sua disposizione”. Oggi, il personaggio di Mafalda popola anche ambienti di uso quotidiano quali i Social Network. Su Facebook è possibile ritrovare e diverse pagine a lei dedicate come “La filosofia di Mafalda” con spunti, citazioni e riflessioni per ragazzi e adulti del XXI secolo.

Nonostante siano passati più di 50 anni dalla realtà in cui è inserita Mafalda, l’opera di Quino è oggi più attuale che mai. Quel mondo “sbagliato” in cui Mafalda è cresciuta è lo stesso con il quale ancora oggi facciamo i conti: sono cambiati gli scenari e le tecnologie, ma anche noi, come negli anni Sessanta, viviamo in un mondo mosso ancora dalle guerre, dall’economia e dagli interessi dei potenti.   Mafalda non è solo una bambina che odia la minestra e ama i Beatles: è un personaggio estremamente maturo che rifiuta il mondo che le viene imposto e vorrebbe cambiarlo, capace di generare opinioni, polemiche e dibattiti, di far sorridere e riflettere.   Citando le parole di Quino,la minestra di Mafalda è una metafora di tutto ciò che si vuole imporre con la forza, delle cose alle quali vuole costringerti il potere, di ciò che viene imposto a un bambino, a un cittadino, a un popolo.”

streetart mafalda

 

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