Acqua: Comicom intervista Miguel Herranz

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Illustrazione di Lorenzo Mattotti, Nell’acqua

Acqua per le Città. Come rispondere alle sfide dell’urbanizzazione: questo è il tema specifico quest’anno della Giornata Mondiale dell’Acqua.

Mentre a Milano questo fine settimana Fa’ la cosa giusta, fiera di stili di vita sostenibili, adotta l’ennesima immagine supereroistica liberando le possibilità di salvare il mondo insite in ognuno, si avvicina il 12 giugno, data del referendum sulla privatizzazione dell’acqua.

La produzione di materiali di sensibilizzazione è molto ampia, di iniziativa pubblica e privata. Per avvicinare i lettori e parlare al più grande numero di persone possibili, vengono spesso utilizzati, immaginate quali linguaggi? L’illustrazione e il fumetto, naturalmente.  Restando in tema, tiriamo l’acqua al nostro mulino…

Questi strumenti non si rivolgono solo al prevedibile target dell’infanzia, ma anche agli adulti. L’Unione Europea ha prodotto un fumetto in più lingue, Acque malate (scaricabile gratuitamente da qui), che mette in scena un’indagine sull’inquinamento abusivo in uno scenario internazionale, una strada anche per conoscere qualcosa di più delle dinamiche dell’Europa e della sua burocrazia.

Sull’argomento abbiamo fatto alcune domande all’illustratore spagnolo Miguel Herranz.

Quale progetto hai sviluppato?

Si intitola “Un paseo por Acuatica“, con sceneggiatura di Stefano Ascari. Un fumetto di otto pagine fatto nel 2007 per la Regione Extremadura in Spagna che aveva come scopo la comunicazione dell’importanza dell’acqua nella nostra vita e il bisogno di risparmiarla.

Che distribuzione ha avuto?

Hanno fatto 80.000 copie da distribuire nelle scuole medie di tutta la regione, più 10.000 poster in cui si leggeva tutto il fumetto in una sola facciata, sempre da appendere nelle scuole e anche in altri centri pubblici.

Perché il fumetto è uno strumento efficace per comunicare e sensibilizzare sul tema “acqua”?

In questo caso non esiste un medium altrettanto preciso per raggiungere il target con un linguaggio specifico.

Nelle produzioni spesso i lettori vengono guidati nell’argomento da qualche essere antropomorfo: un supereroe dell’acqua, una goccia parlante, una creatura delle acque. Qual’è stata la tua scelta e perché?

Abbiamo scelto una via di mezzo, cioè non supereroi ma eroi classici, per inserire il tema in un ambito culturale.

Meglio fumetto o illustrazione?

Il fumetto permette di comunicare anche con la parola, è un’unità di immagine e testo. L’illustrazione invece “illustra” un testo che quasi sempre può funzionare da solo. La lettura non è simultanea (uno legge prima il testo e dopo vede l’illustrazione, oppure vede l’illustrazione prima ma in questo caso deve cercare il testo corrispondente). Comunque, se hai bisogno di molto testo, a volte il fumetto non ce la fa.

Come comunicare con un pubblico adulto attraverso il fumetto?

Basta un trattamento adulto della sceneggiatura e delle immagini… e molta pazienza per saltare le barriere dei pregiudizi visto che molta gente considera “fumetto adulto” un ossimoro (ma sempre meno direi).

Conosci delle organizzazioni che si occupano di ambiente particolarmente sensibili a questo linguaggio?

Dipende molto dalla gente che occupa i posti di responsabilità nell’ambito della comunicazione. Se è una persona aperta al fumetto, lo userà. Ad ogni modo, in Spagna i fumetti per questo tipo di comunicazione, senza arrivare ad essere frequenti, non sono una rarità.

 

3 Responses

  1. Taylor Akau

    18 aprile 2011 20:46

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