Io non vado al museo!

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E se il visitatore non va al museo, il museo deve trovare il modo di andare al visitatore. Spesso questi Maometti sono adolescenti, il pubblico più ostico di tutti. Non parliamo del Museo dell’Ombrello o delle Macchine da Scrivere (che qualcosa da raccontare l’avranno anche loro): ma spesso anche le principali collezioni cittadine non hanno appeal comunicativo. Qui smuore l’idea di museo come luogo pubblico e aperto, che dovrebbe cercare con tutte le sue forze di realizzare una primaria missione di dialogo, di vita, di incontro, rivolgendosi a tutti.

Ecco due casi emblematici, due grandi musei che hanno giocato la carta del fumetto. Adatto ad una lettura veloce, narra una storia, cercando suggestioni, fa vivere le opere e gli spazi, ed è spesso corredato da schede di approfondimento.

L’opuscolo resta nelle mani del visitatore con molta più forza di una brochure, se di qualità viene magari conservato, fissando dei passaggi chiave con una narrazione che anima la staticità e il silenzio delle collezioni.

Il Museo del Cinema di Torino ha edito qualche anno fa L’avventura del cinema, con la collaborazione di una delle maggiori associazioni in Italia, l’Anonima Fumetti.

Approfondisce l’interesse dell’operazione il legame tra fumetto e cinema, in termini di inquadrature, di sceneggiatura, di sequenzialità.

Due anni fa il Louvre ha affrontato la cosa di petto: con Le Louvre invite la bande dessinée ha esposto le tavole di diversi fumettisti, che si sono divertiti a immaginare delle storie ambientate nel museo più famoso al mondo.

(Liberamente tradotto dal sito Bodoi.info) In Ice Age , di Nicolas de Crécy (2005) la Francia dorme sotto una spessa coltre di ghiaccio. Alcuni esploratori cercano di trovare tracce di una civiltà perduta, con l’aiuto di cani dotati di un formidabile “fiuto storiografico”. Finalmente scoprono delle rovine: è il Louvre, le cui collezioni si sono miracolosamente conservate.

I Sotterranei del Revolù di Marc-Antoine Mathieu (2006) si pone una domanda a dir poco fondamentale: possiamo misurare l’incommensurabile? Questo è il problema scatenante, che porta due uomini a fare un inventario delle acquisizioni antiche di un museo che potrebbe essere il Louvre. Inizia un lungo viaggio nei sotterranei, più o meno dimenticati, in un edificio strano, che sembra infinito.

In Alle ore dispari , di Eric Liberge (2008) le statue e dipinti del Louvre continuano a vivere in risonanza con il mondo che li circonda, durante la notte. Ma la vita notturna delle opere non è priva di pericoli, perché vogliono evolvere, rischiando di alterare la loro forma originaria…

Ne Il cielo sopra il Louvre, di Bernar Yslaire e Jean-Claude Carrière (2009) il lettore è trasportato tra Rivoluzione Francese e ventunesimo secolo. Un personaggio con un accento slavo visita il Louvre con il pittore David. Il suo nome è Jules Sterne, come uno dei protagonisti de Il cielo sopra Bruxelles, precedente album di Yslaire. Si discuterà di arte, di tempo, di rivoluzioni e del Louvre, naturalmente..!

L’esposizione è una prima tappa di un progetto di produzione di fumetti realizzata dal Louvre in collaborazione con Futuropolis dal 2005: un modo nuovo per rivitalizzare l’identità museale, l’immaginario che vi sta attorno, le modalità per rivolgersi a pubblici diversi. La mostra è stata arricchita da spiegazioni sull’arte e le tecniche del fumetto alla presenza dei singoli autori. Le pubblicazioni dei volumi hanno avuto molto successo e sono stati tradotti in varie lingue.

Il fumetto può con il suo linguaggio vicino e accattivante veicolare in qualche modo i valori che stanno alla base delle istituzioni museali come la conservazione delle opere d’arte, la loro conoscenza e il loro valore critico e culturale. È un esempio di questo approccio David, di Andrea Riccadonna e Stefano Ascari, fumetto che impiega come protagonisti le stesse opere d’arte, coinvolte in un intreccio noir che mescola cultura e avventura.

Didattica dell’arte illustrata e divertente: Intersezione ha realizzato tre volumi con la Galleria Estense, di cui abbiamo parlato qui.

 

7 Responses

  1. Elena Musci

    15 luglio 2011 13:02

    Si potrebbe citare anche Etruscomix: una bella iniziativa che ha cercato di coniugare i fumetti con i reperti museali del Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma. La tavola realizzata da Manara, usata per la locandina della mostra, è bellissima e fornisce un ottimo esempio di ricostruzione visuale dell’ambientazione etrusca. Ogni elemento della tavola è preso da affreschi, tombe e reperti etruschi. Le altre storie che facevano da sfondo alle singole sezioni del museo erano anche interessanti.

    http://www.comicon.it/news.php?id=91

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    • Comicom

      15 luglio 2011 14:37

      Molto interessante, grazie della segnalazione! Mi sembra particolarmente azzeccata l’idea di immergere i fumettisti coinvolti (Francesco Cattani, Marino Neri, Paolo Parisi, Michele Petrucci, Alessandro Rak e Claudio Stassi) nell’esperienza di una settimana vissuta nei luoghi suggestivi dell’Etruria… e anche quella di inserire nei percorsi museali coinvolti le tavole realizzate. Un auspicio: la non temporaneità di queste iniziative…

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      • Elena

        19 luglio 2011 17:01

        Infatti. Fra l’altro parrebbe che gli ingressi al museo siano aumentati di un terzo durante la mostra e non mi sembra un elemento poco significativo….

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    • Comicom

      27 luglio 2011 17:26

      … con illustrazioni di Luca Novelli! Molto interessante, tra l’altro il medium del fumetto e quello del cinema hanno avuto e hanno una liason dangereuse. Viene alla mente, oltre ai Lumière, il precinema della cronofotografia di Muybridge (esempi della quale sono presenti nella prima parte del Museo del Cinema di Torino!): la sequenzialità delle immagini, la trasformazione del movimento ricorda la costruzione delle tavole del grande Gianni De Luca, guardate qua che meraviglia http://3d-in-2d.com/wp-content/uploads/2008/04/rom-e-giu-r1.jpg

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